Anche il mondo della stampa deve fare i conti con il Coronavirus

Le aziende di stampa e tipografiche italiane devono fare i conti con il Coronavirus, per diversi motivi: dai trasporti nel caos, che ritardano la consegna degli ordini e delle forniture, alle “quarantene” volontarie o meno di dipendenti e operatori, fino a chi deve sospendere l’attività perché si trova nelle zone più a rischio. Dicono per esempio dalla “zona rossa” di Codogno: “Qui è come essere in lazzaretto, non si entra e non si esce, abbiamo merci e prodotti da spedire e ricevere e non siamo in grado di lavorare”

Chi resta in azienda è costretto a fare solo lavoro d’ufficio, riordinare i magazzini, fare pulizie, ma la produzione resta ferma, per chi si trova nelle zone a rischio. Ma il problema è più ampio e travalica le zone più colpite, perché per esempio se un dipendente e un operatore non possono lasciare il proprio domicilio per le ordinanze comunali, l’assenza dal lavoro è giustificata, ma ovviamente per l’azienda il problema diventa ben più grande e viene messa a rischio la produzione anche per stabilimenti di stampa che si trovano in altre zone rispetto a quelle definite “rosse” o “gialle”. Per contro, e per fortuna, alle aziende presenti nelle zone a rischio è stato concesso di poter sospendere o differire gli adempimenti tributari e fiscali.

E l’attività risulta compromessa anche a livello internazionale, per esempio la Fespa, l’associazione che raggruppa le imprese che lavorano nella stampa serigrafica e specialistica, in occasione di alcune fiere in programma a Madrid, ha chiesto alle aziende cinesi di documentare che i loro rappresentanti presenti alle prossime fiere, non abbiano risieduto in Cina da almeno due settimane prima dell’inizio delle fiere. E lo stesso si teme sarà anche per i produttori italiani che si trovano insediati nelle zone a rischio. E allo stesso modo sono state rimandate a data da destinarsi due grosse fiere di settore che dovevano tenersi in Cina nei prossimi mesi.

Ecco che quindi il Coronavirus colpisce anche chi stampa e in generale chi lavora, in un modo che ancora non siamo in grado di circoscrivere, prevedendone in pieno le ricadute economiche, sociali e culturali.

Leggi il provvedimento di sospensione degli adempimenti tributari

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