Il biglietto da visita venne inventato in Francia nel 1700. Già nel 1755 si ha una prima fonte letteraria in una commedia di Carlo Goldoni, “Il Cavalier Giocondo”, che dice:
«Partendo da Bologna, facendo a lei ritorno,
in visite una volta spendeva tutto il giorno:
ora con i biglietti supplisco a ogni impegno.
Ah! I Francesi, i Francesi hanno il gran bell’ingegno!»
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Ma l’uso di biglietti da visita pare risalire agli antichi, per esempio in Cina, ogni persona che doveva far visita a un mandarino, era solita annunciarsi con una striscia di carta che riportava il nome e gli attributi del visitatore.
Ma si narra pure che Pericle accompagnasse i suoi doni per Aspasia con una foglia di papiro che recava inciso il suo nome.
In origine il biglietto da visita era un cartoncino manoscritto e dal 1750 cominciarono a diffondersi modelli stampati, anche riccamente fregiati con stemmi e motivi floreali.
Oggi il biglietto da visita classico porta il nome della persona, i recapiti ed eventualmente la funzione aziendale. Il formato del biglietto da visita varia anche in base ai gusti e a chi è destinato, ma la preferenza viene sempre data al formato “carta di credito”, perché piccolo, agevole da portare e da consegnare.