La legge sul libro è stata approvata: quindi leggeremo di più?

Non lo sappiamo, per adesso quello che è certo è che non potranno esserci sconti sui libri superiori al 5%, se non in casi particolari (ed eccetto i libri scolastici). Questo cosa comporterà? I libri costeranno di più? O ci saranno più libri da leggere? In teoria la nuova legge intende favorire proprio la “bibliodiversità”. Impedendo sconti elevati, che solo i grossi editori possono permettersi, intende livellare il mercato e permettere di trovare spazio in libreria anche a libri con tirature più contenute, come per esempio quelli delle piccole e medie case editrici, che adesso normalmente sono “invisibili” nelle librerie.

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Ma sarà proprio così? L’esperienza straniera, per esempio quella francese a cui la nuova legge un poco si rifà, pare andare nella direzione di una disponibilità di libri più ampia, dando la possibilità anche a volumi non di impatto mediatico di trovare una collocazione e commercializzazione più favorevole. Ma è anche vero che in altri Paesi esiste una cultura della lettura diversa dalla nostra. In Italia si legge sempre meno, comprare libri appare un optional di scarso interesse, oppure un obbligo fastidioso per chi ha necessità per studio o professione.

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La nuova legge prevede anche altre azioni a favore della lettura. Se agire sullo sconto è un modo diretto, e anche dirompente, vista la grande contrarietà espressa dai grossi gruppi editoriali, sono previste altre azioni che, negli intenti del legislatore, dovrebbero favorire la lettura. Come per esempio un aiuto in termini fiscali alle cosiddette “librerie di qualità” (sarà curioso capire come verranno selezionate e per quali motivi). Oppure l’istituzione di una “carta della cultura”, da assegnare a fasce di cittadini svantaggiate e dell’importo massimo di 100 Euro, destinati all’acquisto di libri.
Per adesso la nuova legge attende di essere promulgata e pubblicata in Gazzetta Ufficiale, quindi dopo 15 giorni sarà attiva. Una valutazione potremo farla solo tra un anno o due, quando si sarà potuto verificare come le nuove disposizioni avranno inciso sui dati di lettura e sulla diffusione dei libri. E quanto la nuova legge “reggerà” ad aggiramenti, elusioni e pratiche, sempre legali, che ne depotenzieranno la portata.

Chissà, forse leggeremo di più. O di meno. Ma che almeno la lettura resti un diritto.

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